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scrittori o falsari?

  • Immagine del redattore: La conchiglia
    La conchiglia
  • 7 gen 2024
  • Tempo di lettura: 1 min

Carla Vasio, Vita privata di una cultura, Nottetempo, 2013.


7 Gennaio 2024

Finché, alla fine degli anni sessanta, un gruppo di scrittori e di musicisti fonda la Cooperativa Prove 10, così chiamata dal numero di soci fondatori: un programma concreto, sostenuto da molto coraggio e da una fervida immaginazione.

Riusciamo a comprare una vecchia stampante offset monumentale, e ad affittare una specie di cantinone dove la si possa appoggiare direttamente sulla terra battuta, perché il suo peso avrebbe sfondato qualsiasi pavimento. Io ho funzioni di tecnico, di manovale e di stampatore: vuol dire che devo inventarmi direttamente sul campo tre mestieri difficili. Gli altri soci mi offrono da lontano un prudente sostegno morale. Invece la polizia è più concreta: fanno continui sopralluoghi, perché quel tipo di macchina è comunemente usato dai falsari per la stampa di monete cartacee di grosso taglio. Difficile convincerli che non siamo fabbricanti di banconote: siamo scrittori di romanzi, poesie, favole e canzoni. Quando se ne persuadono, vanno via delusi e un po' disgustati.



Rileggo a tratti il memoir di Carla Vasio per un contributo che devo scrivere e mi imbatto in un'annotazione fatta circa 10 anni fa, all'epoca del mio dottorato di ricerca. Gli artisti rischiavano, le donne parlavano al maschile. Vorrei commentare di più, ma forse no. Solo questo oggi, in questa seconda giornata di pioggia incessante a Bologna.

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