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Non era che l'effetto di un semplice sguardo

  • Immagine del redattore: La conchiglia
    La conchiglia
  • 2 mar 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Jules Verne, L'assedio di Roma e altri scritti inediti, traduzione a cura di Giovanni Maria Rossi, edizioni Clichy, 2023.


02 Marzo 2024


" Due occhi neri, orrendamente ricoperti da spesse sopracciglia rosse, la segnavano sulla fronte come con una striscia di fuoco: era tutto quello che si poteva vedere del suo viso. Con le mani tese e ricurve come un arco di spinta, conteneva la folla e sembrava cercare una persona con smania, inquietudine, impazienza. I suoi occhi si muovevano furiosamente e rapidamente, e lanciavano lampi. Stagliata, nell'ombra in cui era immersa, dalla luce oleosa di una lampada Quinquet isolata, sembrava una delle streghe di Macbeth, bell'e pronta per recarsi al sabba della sua scopa satanica.

Tuttavia questa scena, lunga da descrivere, non era che l'effetto di un semplice sguardo.



Più di un mese passato senza trovare il tempo di scrivere qui. La vita e il lavoro e quell'impasto che li unisce nel quotidiano hanno preso il sopravvento sulla scrittura libera di questo spazio. Ieri, in un mattino di pioggia, svegliata prima per varie incombenze, mi sono letta con un caffè bollente tra le mani uno dei romanzi brevi a lungo inediti di Jules Verne e pubblicati in Italia recentemente da Clichy, con la bella e accurata traduzione di Giovanni Maria Rossi, autore anche di un'appassionante introduzione a questi scritti dimenticati. Un prete nel 1835, dove il crollo di una chiesa è occasione per indagare le vite e i misteri degli abitanti di un piccolo paese, è racconto geniale di ragazzo, nel quale già si intravvede la passione dello scrittore per i mezzi di registrazione della realtà e dove già si odora il fantasma del cinema: tuttavia questa scena, lunga da descrivere, non era che l'effetto di un semplice sguardo.
Allora me lo sono immaginato, un decennio dopo, mentre seguiva Nadar e le sue imprese di fotografie aeree fatte da palloni aerostatici, in quella spinta avventurosa e quell'entusiasmo ancora leggero e pieno di speranze per le invenzioni tecniche non ancora macchiate dagli orrori del Novecento. Così, prima che arrivassero una trentina di scatoloni che adesso occupano con un certo peso lo spazio del nostro appartamento, mi sono vista in volo su una mongolfiera a guardare Parigi dall'alto in una giornata di marzo di quasi due secoli fa. È stato un pensiero felice. Lo consiglio per le giornate uggiose (il termine, di cui mia nonna faceva uso frequente nelle giornate di pioggia, definisce mi sembra con grande precisione sonora un'afmosfera umida, oscura, tediosa).

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