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Lieve e indefinita

  • Immagine del redattore: La conchiglia
    La conchiglia
  • 9 mar 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Clarice Lispector, Vicino al cuore selvaggio, 1944, prima ed. it. Adelphi, 1987.


8 marzo 2024

E un giorno verrà, sì, un giorno verrà in me la capacità tanto rossa e decisa quanto chiara e soave, un giorno quel che farò sarà ciecamente, sicuramente inconsapevolmente, calpesterà me, la mia verità, così totalmente lanciata in quel che farò da essere incapace di parlare, verrà soprattutto un giorno in cui ogni mio movimento sarà creazione, nascita, riuscirò a rompere tutti i no che esistono dentro in me, proverò a me stessa che non c'è niente da temere, che tutto ciò che sarò ci sarà sempre dove c'è quello che sono, a un mio gesto si leveranno poderose le mie onde, acqua pura a sommergere il dubbio, la coscienza, io sarò forte come l'anima di un animale e quando parlerò saranno parole non pensate e lente, non leggermente sentite, non piene di voglia di umanità, non il passato che corrode il futuro! quel che dirò suonerà fatale e completo! non ci sarà nessuno spazio dentro di me perché io sappia che esistono il tempo, gli uomini, le dimensioni, non ci sarà nessuno spazio dentro di me neppure per notare che starò creando istante per istante, non istante per istante: sempre fuso, perché allora vivrò, solo allora vivrò più che nell'infanzia, sarò brutale e malfatta come una pietra, sarò lieve e indefinita come ciò che si sente e non si capisce, mi oltrepasserò tra le onde, ah, Dio, e che tutto venga e ricada su di me, persino l'incomprensione di me stessa in certi momenti bianchi perché basta che mi realizzi e nulla, allora, ostacolerà il mio cammino fino alla morte-senza-paura, da qualunque lotta o riposo mi alzerò forte e bella come un puledro.



L'8 marzo è finito. Giornata di sorellanze vicine e lontane. Luminose, preziose, vitali. Così ho pensato stasera a Clarice Lispector, scoperta da grande, da cui molto ho imparato sulla fatica e sulla radicalità dell'essere, sulla forza, il silenzio, il tempo, l'energia vitale che abbatte la paura. Anche questo, o forse soprattutto questo, è per me femminismo.
L'incredibile flusso di coscienza che chiude Vicino a un cuore selvaggio è per me e per tutte le donne che ogni giorno cercano l'energia per rompere tutti i no, il coraggio di essere pietre e malfatte, il desiderio di divenire lievi e indefinite.

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